Il Tempio Maledetto

DSCN7029
Sono ripresi i combattimenti per un antico tempio dedicato al dio Shiva. E’ arroccato su uno sperone roccioso delle montagne Dangrek, al confine tra Thailandia e Cambogia. Per i thai è il Phra Viharn, per i khmer il Preah Vihear.
Da secoli è conteso. A lungo compreso in territorio thailandese, nel 1962 fu assegnato alla Cambogia dalla Corte Internazionale di Giustizia in base ai confini tracciati dai francesi nel 1904. Nel 1975 fu occupato dai khmer rossi e nel 1979 divenne uno dei santuari degli uomini di Pol Pot, rifugiatosi ad Anlong Veng, 65 chilometri a est.
Riaperto nel 1998, per qualche tempo fu un’attrazione storico-turistica condivisa, tanto che i governi thai e cambogiano presentarono un’istanza comune affinché fosse dichiarato patrimonio culturale dell’umanità. Quando è accaduto, nel luglio scorso, il tempio è divenuto un simbolo di orgoglio nazionale per entrambi i paesi e pretesto per nuove rivendicazioni territoriali. Dopo qualche giorno di scontri è stata sancita una tregua. Ma le parti in causa non sono riuscite ad accordarsi nemmeno sul nome.
Il Tempio Maledetto sembra quello più consono. E’ uno scenario di fantasmi. Quelli di dei e demoni incisi sulle pietre. I neak ta, gli spiriti ancestrali per i khmer, e i phra phum, gli spiriti dei luoghi per i thai. Degli uomini uccisi dai khmer rossi e di quelli che cercavano di fuggire dalla Cambogia e furono ricacciati indietro, sui campi minati. Dei soldati di questo ennesimo scontro, vittime dell’eterno domino che si gioca in sud-est asiatico.
|