Isterie

La vittoria di Yingluck Shinawatra alle elezioni thailandesi ha suscitato anche le reazioni delle femministe locali. Al contrario di molte donne thai, sono riluttanti a considerarla un successo sulla via dell’uguaglianza.
"Come possiamo essere orgogliose? Tutti sanno che è merito di Thaksin” ha dichiarato all’agenzia AFP Sutada Mekrungruengkul, direttrice del Gender and Development Research Institute of Thailand.
In effetti, il successo di Yingluck è in gran parte dovuto al fatto di essere la sorella minore di Thaksin Shinawatra, l’ex premier deposto da un colpo di stato nel 2006, adorato dalla popolazione più povera tanto quanto odiato dall’elite.
Il successo di Yingluck, tuttavia, ha superato ogni aspettativa, segno che è riuscita a convincere non solo i seguaci del fratello ma anche molti incerti. Senza contare che, se ha vinto in quanto sorella di Thaksin, per lo stesso motivo poteva anche perdere. Da sorellina, Yingluck potrebbe divenire la Grande Sorella.
Ma la dichiarazione della signora Sutada non si limita a quella constatazione, condivisa da tutti gli avversari politici del Pheu Thai, il partito di Thaksin.
Cade nel ridicolo con un confronto: con «Aung San Suu Ky, che ha combattuto per vent’anni e non è ancora primo ministro del Myanmar». Il che non è certo colpa di Yingluck. Dimostra che, nonostante parecchi limiti, in Thailandia vige la democrazia, al contrario di quanto accade in Birmania. Il paragone, poi, non tiene conto del fatto che la stessa Aung San Suu Kyi è riuscita ad affermarsi come la leader dell’opposizione in quanto figlia del generale Aung San, artefice della Birmania indipendente. Anche un’altra grande donna della politica asiatica, Indira Gandhi, deve l’avvio della sua carriera alla famiglia. Non quella di Gandhi (si chiamava così suo marito, ma senza alcuna parentela con il Mahatma Gandhi), bensì di Nehru, suo padre, Primo Ministro Indiano dal 1947 al 1964.
Più che un problema di genere è un problema di dinastie. Che in Asia spesso si trasmettono in linea femminile.
Utilizzare Yingluck per un'ennesima polemica femminista potrebbe anche essere definito un sintomo d'isteria. Non perché l’isteria sia stata considerata una malattia appartenente all'universo femminile (il termine deriva dal greco hystera, utero). Ma perché, come sostengono molti psicologi, è la manifestazione di una crisi che la persona esprime in una rappresentazione codificata che conosce.
P1020985La vittoria di Yingluck si poteva positivamente interpretare come il riconoscimento di qualità femminili: la moderazione, la capacità di conciliazione. Fattori su cui lei ha impostato la sua campagna elettorale.
Ma negli schemi, nelle rappresentazioni codificate del femminismo estremo, ciò non poteva accadere. Quindi il motivo dev’essere un altro.
C’è da chiedersi : sarebbe stata altrettanto contestata dalle femministe se fosse stata brutta? Ma anche, per onestà maschile: in quel caso avrebbe vinto?
Per la Thailandia, in questo momento, l’importante è che Yingluck riesca davvero ad accordare tutte le fazioni sotto lo stesso cielo.

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