The Next Kong

La prossima Hong Kong, quella dei tempi d’oro, zona franca per ogni traffico, dovrebbe rivivere a Koh Kong, in Cambogia, un villaggio sul golfo del Siam, poco oltre il confine thai. E’ una promessa dell’ex premier thailandese Thaksin Shinawatra, deposto da un colpo di stato nel 2006, condannato per corruzione, fuggitivo tra Dubai, Nicaragua, Sud Africa e Cambogia. Dove è stato nominato consigliere economico dal suo “eterno e fraterno amico” Hun Sen, ex khmer rosso, da oltre vent’anni primo ministro cambogiano. Thaksin, dicono, frequentava Koh Kong quando era ancora in gloria e aveva intrecciato rapporti d’affari con il boss locale Ly Yongphat, senatore dal partito al governo in Cambogia, nonché sospettato di essere uno degli Asian Godfathers che occultamente controllano l’Oriente. Per ora l’unico indizio di quelle connessioni e del futuro di Koh Kong è il resort-casinò stile sino-impero-tropicale costruito da Ly Yongphat cento metri prima del confine con la Thailandia.
P1030779
L’ingresso del Koh Kong Resort & Casino, dominato
dalla statua del generale Kuan, dio cinese della guerra e degli affari.


Ma oltre quella specie di castello coronato da decine di statue di divinità greche si apre il nulla. La promessa zona economica speciale di Koh Kong è una landa deserta circondata da un muro già in rovina. Il villaggio di Koh Kong, sulla riva del fiume Kaoh Pao (sovrastato da un chilometrico ponte finanziato dall’onnipresente Ly), è poco più di un agglomerato di baracche sull’acqua – queste sì, versione in scala ridotta della Hong Kong anni ’50. Per ora Koh Kong serve soprattutto a costruire la futura Singapore, con la terra estratta dal fondo del suo fiume che decine di chiatte continuano a trasportare nella città-stato e i cui marinai sono i migliori clienti delle prostitute locali.
Koh Kong diventa così una metafora di quella Next Asia descritta da Stephen Roach, economista e presidente della Morgan Stanley Asia: la promessa, o la minaccia, del Secolo Asiatico che potrebbe essere ancora lontana dall’avverarsi. La Next Asia, infatti, è qualcosa che molti analisti sembrano dare per scontato osservando solo le mille luci di Shanghai, Hong Kong, Kuala Lumpur o Singapore. Senza vedere ciò che c’è oltre, le zone oscure che coprono il continente a macchia di leopardo.
|