The Joker

Una fila di persone, uomini, donne, alcune con un bambino in braccio, si allunga al centro di una strada di Jakarta. Alzano la mano per chiedere un passaggio. Si fermano parecchie auto. Molte BMW, Mercedes, Lexus. In qualche caso fanno accomodare il passeggero nel sedile davanti, accanto all’autista. Che sia una dimostrazione di solidarietà, espressione della cultura democratica, moderna che sta nascendo in Indonesia? In realtà quelle persone non chiedono un passaggio. Si offrono come passeggeri. Sono The Joker, il jolly, per attraversare alcune zone dove, nelle ore di punta, ogni auto deve avere almeno tre persone a bordo. Un servizio che costa circa diecimila rupie (circa un dollaro). Non poco in un paese dove il salario medio è di circa 100 dollari il mese.
Forse anche the joker contribuisce alla crescita economica dell’Indonesia, che, secondo il fondo d’investimenti Templeton, potrebbe entrare a far parte del cosiddetto Bric, il gruppo di nazioni (Brasile, Russia, India e Cina) che compongono l’emergente potere globale.
Forse, invece, gli analisti finanziari dovrebbero scendere più spesso per strada, lasciando per un attimo gli uffici condizionati nei grattacieli del business district. Asiatici. Solo così i loro rapporti risulterebbero davvero corretti.
Gli stessi analisti dovrebbero andare più spesso anche a messa. Si accorgerebbero di quello che può essere il vero Joker del paese con la maggior popolazione islamica del pianeta: il cinese cristiano. E’ l’esemplare di una specie in espansione che potrebbe rivelarsi risolutiva nella definizione dei prossimi equilibri planetari.
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