I teatri delle storie

«E’ vero che Thomas Merton alloggiava all’Oriental pochi giorni prima di morire?».
«Se restava qui non sarebbe morto. All’Oriental non muore nessuno».
E’ un brevissimo dialogo che, almeno per me, ha parecchi significati. Richiama a personaggi come quel monaco trappista cultore di religioni orientali o l’anziana Signora che ha trascorso tutta la vita in quel mitico hotel di Bangkok e preferisce ricordare altri incontri con scrittori e agenti segreti. Innesca una sequenza di storie perdute e ritrovate scorrendo diari di viaggio, articoli pubblicati e no, abbozzi di racconti.
Tutto questo, pensate, per parlare di un libro: “Soggiorni con Stile nel Sud Est Asiatico”.
In un primo momento, lo ammetto, m’era sembrato eccessivo. In fondo si tratta di un libro che presenta alberghi, per quanto affascinanti e “intelligenti”. D’altra parte quel libro era il frutto di parecchio lavoro e molti viaggi. Con Andrea Pistolesi, autore delle foto, avevamo pensato che valeva la pena presentarlo al meglio. Così, poco a poco, mentre cercavo un’idea per farlo, mi sono reso conto che quel libro non è semplicemente una rassegna di alberghi. E’ un concentrato di storie che in quegli alberghi si sono svolte e continuano a replicarsi con diversi personaggi.
Mi viene in mente quanto scritto da Matsuo Basho: “Decisi quindi di annotare in puro ordine sparso alcune impressioni, simili a balordaggini di un ubriaco o deliri di un addormentato, sui luoghi indimenticabili che visitavo: non datemi quindi seriamente ascolto…”.
Soggiorni

A questo punto non resta che riprodurre l’introduzione al libro.

«C’è la cultura del lusso e il lusso della cultura» disse un saggio. Che non era un eremita o un filosofo, bensì il direttore (un po’ eremita e filosofo) di un hotel alle falde dell’Himalaya (quindi non presente in questo libro). Il suo aforisma è utile a comprendere lo spirito di questo libro: “il lusso della cultura”. Gli alberghi presentati sono di lusso, a volte estremo. Dove lusso non significa solo eccellenza, esclusività, ma anche un ambiente che ci metta in condizione di apprezzare il tempo che stiamo trascorrendo, lo spazio naturale e culturale in cui ci troviamo. Sono luoghi che si caratterizzano per storia, arte, design, perché indicano una tendenza. A differenza dei “non-luoghi”, spazi privi d’identità, questi sono carichi di significato, punti cospicui del paesaggio asiatico, modelli di quello stile architettonico e di vita che sta ridefinendo l’Oriente e da qui si diffonde in Occidente. Luoghi intelligenti.

Date tali premesse, questo libro non è, né vuole essere, una guida. Tantomeno ha la presunzione della completezza (col tempo, chissà, dato che questo è un work in progress). Condizione essenziale per essere presentati, infatti, è che gli alberghi devono essere compresi, quindi visitati, vissuti. L’idea, quindi, è anch’essa di lusso, nella sua semplicità: offrire uno strumento utile ai viaggiatori sofisticati. Nell’accezione inglese del termine: colti, raffinati, per i quali l’albergo non è solo un posto dove stare (o dire d’essere stati), ma una parte del viaggio. Viaggiatori intelligenti.


“Soggiorni con Stile in Sud Est Asiatico” può essere scaricato in versione elettronica da diverse piattaforme (al costo di 4 euro circa) oppure ordinato in versione stampa (32 euro). Disponibile anche in inglese. Tutti i riferimenti qui
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