Bangkok Noir

Dietro il sorriso thailandese e il wai eseguito con grazia, poco oltre, si apre un altro scenario: la geografia dei conflitti, rancori personali, rabbia, vendetta, la sparizione e la violenza. Dove “perdere la faccia”, rivalità personali e lotte di potere hanno spesso conseguenze fatali. La possibilità di un pericolo, come un battito cardiaco irregolare, è imprevedibile. La maggior parte del tempo il pericolo non si vede, non ci si pensa. Ma quando all'improvviso esplode, la vittima cade con violenza e non si rialza.
Scivolare dalla superficie luminosa del giorno di Bangkok al mondo aspro del noir, spesso sembra un passaggio di anni luce. La superficie è liscia, piacevole e divertente – è
sanuk. Ma se scavi più a fondo sotto il livello del sanuk, il paradiso tropicale rivela una ben più fredda, umida oscurità di anime perdute - anime arenate, abbattute e alienate. Gli scrittori spesso sono tra i primi a dare un calcio a questa pietra scura, e i loro lettori guardano i ragni, gli scorpioni e gli scarafaggi che ne schizzano fuori in tutte le direzioni.
La dozzina di autori di
Bangkok Noir dà un calcio comune a quella pietra che pesa sul cuore della Città degli Angeli. Macchie di noir appaiono sullo schermo radar di Bangkok come dirigibili sgonfi. I membri delle associazioni di volontariato locali che vanno in giro coi loro furgoni per la raccolta dei morti e dei feriti sono chiamati “ladri di cadaveri”, come quelli che una volta vendevano i corpi ai laboratori. I giornali annunciano le ultime disposizioni ufficiali, appena applicate per gli orari di chiusura dei bar, le cliniche degli aborti, i ladri d'auto, le bande armate, le lotterie clandestine, chi guida troppo veloce. Mentre le voci diffuse sui social network parlano di estorsioni non ufficiali. L’arte entra in questi spazi oscuri dell'attività umana. Già nel 2011 dovrebbero girare un film horror sul tempio obitorio: 2002 Ghosts Baby. Il noir a Bangkok va veloce. Il tema del noir è spesso ripreso dalle ultime notizie del Bangkok Post e The Nation. E naturalmente incombe la storia noir dei colpi di stato del passato prossimo, che proietta una lunga ombra scura e alimenta la paura di colpi di stato futuri.
La potenziale lista di soggetti è lunga, ma i racconti di questa raccolta daranno di più di qualche scorcio nel mondo noir thai. L'idea dello sport nazionale, la Muay Thai - una combinazione di danza, boxe, calci e ginocchiate - è puro noir. Questa è l'idea del
sanuk condito di lividi e sangue. La Muay Thai può essere più simile all’assassinio che alla boxe. Qualunque cosa sia (o non sia), la Muay Thai è lo sport del noir. Tra antichi rituali e musica, i combattenti si esibiscono di fronte a una folla di scommettitori avvolta nel fumo, dove si trovano fianco a fianco gangster, truffatori, trafficanti illegali, proprietari di bar, poliziotti e funzionari corrotti, con catene d’oro e amuleti al collo. Quel tipo d’uomini che conoscono il compleanno di tutti gli altri e sanno che cosa si aspettano in quella data per mantenere sempre le ruote ben unte. Uomini e donne che sanno chi vincerà prima che il combattimento abbia inizio.
Non c'è accordo sulla definizione di “noir” che vada bene per tutte le culture. Gli scrittori non accettano una certa versione di noir, mentre fotografi e pittori traducono il noir nella loro immagine delle tenebre. Lentamente, nel corso degli ultimi dieci anni, a Bangkok è emersa un'idea generale di noir. Durante questo periodo il movimento artistico noir è cresciuto tra gli stranieri e i thailandesi.
BangkokNoirRalf Tooten, un fotografo pluripremiato, ha catturato la Bangkok noir nelle sue immagini (di cui una illustra la copertina di questo libro).
Asoke_Corner_Beer_BarIl pittore Chris Coles ha ritratto le facce di uomini e donne che si muovono nel sottobosco di Bangkok. Gli autori rappresentati in quest’antologia, stranieri e thai, hanno dato il loro contributo con storie dalle scene forti, facendo fare al movimento del Bangkok noir un altro passo avanti. Thai e stranieri vivono assieme dentro il mondo del noir e queste storie registrano le loro esperienze del lato oscuro di Bangkok.
Bangkok Noir comprende dodici racconti di autori professionisti che si sono guadagnati reputazione internazionale per i loro testi sulla vita in Asia. Non tutti gli scrittori di questa collezione sono autori di romanzi gialli o anche, in generale, di narrativa. Ciò che li accomuna è la loro conoscenza di Bangkok, la loro profonda comprensione culturale e il loro amore per il raccontare. Come gruppo sono autori professionisti i cui libri sono pubblicati in molti paesi e lingue. Nelle loro storie, troverete una diversità di voci e di percezioni del nero, come diversi stili, forme, caratteri e toni, ma tutte sono ugualmente sentite, approfondite e in tutte troverete stimoli di riflessione. Questo libro è speciale anche per un altro motivo: è la prima volta che scrittori professionisti stranieri e thai hanno confrontato le loro visioni di Bangkok in un’unica opera.
Ho aperto questa introduzione con un commento sull'ambiguità del concetto di noir. Vale la pena stabilire alcuni elementi di base. "Noir" è la parola francese per nero o scuro. I francesi hanno utilizzato il termine per definire certi film dai toni cupi, con personaggi che appaiono condannati da un destino cinico e baro. Adottato anni fa da critici e autori anglosassoni, in inglese il termine “noir” è stato usato per definire una specifica categoria del romanzo poliziesco. Autori americani come Thompson, Willeford, Goodis e Caine si sono affermati vendendo una visione della vita desolata, nichilista. La nozione contemporanea di noir, riconducibile all'idea originale francese, si basa su uno spazio esistenziale dove i personaggi si ritrovano coinvolti senza possibilità di redenzione. La narrativa noir descrive un mondo in cui il destino delle persone è segnato da un karma più grande e potente, da cui, nonostante tutti gli sforzi, non riescono a liberarsi. I racconti di questa raccolta rientrano nella tradizione degli autori noir del passato, che sono stati maestri nell’accompagnare i loro personaggi al patibolo, stringerli il cappio attorno al collo e far scattare la botola sotto i loro piedi.
Ciò che gli occidentali chiamano una visione fatalistica della vita, in Asia si trasforma spesso nell’idea del karma. Tutte le buone e le cattive azioni di una vita passata si pagano per le strade, nei bar e nei vicoli di questa vita: non resta molto spazio per il libero arbitrio all’interno del concetto di un universo in cui i debiti si saldano in una prossima incarnazione.
Con quest’antologia, un gruppo di autori, noti per i loro scritti sulla Thailandia, ha impegnato il proprio talento creativo anche per dimostrare che il noir non ha confini geografici. Se il noir sembra perdere vitalità in Occidente, in Thailandia ha tutta l'energia e il coraggio di un ragazzo proveniente dalle regioni del nord-est che crede che i tatuaggi Khmer sul suo corpo possano fermare i proiettili. I racconti noir, come un buon
som tam, hanno bisogno della giusta quantità di peperoncini rossi per stimolare i centri del dolore e del piacere, e quando uno scrittore noir è a corto di peperoncino, può sempre aggiungere una Signora Thai (che può anche rivelarsi un fantasma), sapendo che può condurre qualunque uomo alla rovina col lampo del suo sorriso.
Che cos’è che rende diverso da Bangkok Noir, dal noir, tanto per dire, americano, inglese o canadese? Non c’è una risposta facile. Ma a voler andare a fondo, come una coltellata al cuore della tenebra noir, viene fuori che, mentre molti thai hanno assorbito gli aspetti materialistici della moderna vita occidentale, la linfa spirituale e sacra che sgorga dei miti, dalle leggende e dalle consuetudini thai, non è contaminata dalla struttura mitologica importata dall’Occidente. Nella tensione tra l’esibizione di ori, gioielli, auto di lusso, viaggi all'estero e vestiti griffati, e il sistema di credenze latenti. si determina un'atmosfera in cui gli uomini sono divisi tra poli opposti. Mi piace pensare al noir come sottoprodotto delle contraddizioni e delusioni che condannano le persone a vivere senza speranza di risolvere quelle stesse contraddizioni. Non importa quanto duramente si lotti, non potranno mai liberarsi.
Passeggiate a tarda notte in certi quartieri poveri di Bangkok. Ascoltate i cani che popolano i
soi ululare come i fantasmi arrabbiati che si scatenano nella notte, e scoprirete che nessun prodotto del moderno consumo trattiene i suoi proprietari dal fare offerte agli spiriti. Negli slum la vita è breve e costa poco, ed è una vita dura, piena d’incertezze e dubbi. Ma il noir non riguarda solo i poveri o i diseredati. I ricchi abitano nei loro costosi condomini e guidano le loro auto di lusso, rifugiandosi all'interno dei circoli esclusivi del potere, ma anch'essi , come i poveri, possono vedere il loro mondo sconvolto da un caso del destino, che li spoglia di ogni sicurezza e li espone al terrore e alla perdita.
Nessuno riesce a dare una definizione di "noir" che soddisfi tutti. Critici e scrittori cercano di distinguere la narrativa hard-boiled dalla fiction noir. Spogliala da tutti questi orpelli e arrivi a una semplice constatazione: la differenza tra hard-boiled e noir è la differenza tra emorroidi e cancro. Le storie hard-boiled possono essere sgradevoli da leggere, ma si sa che alla fine, in qualche modo, c’è la possibilità di una speranza (il noir non ammette equivoci). Il Noir è nero esattamente come una certa morte è nera. Nessuna redenzione, nessuna speranza, nessuna luce alla fine del tunnel.
I duri, i giocatori, i perdenti, le anime tormentate e perdute, tutti appaiono in
Bangkok Noir. Ma il cuore di Bangkok Noir è il dubbio esistenziale che tormenta i personaggi. Molti di loro sono espatriati arenati come balene pilota sulla riva, sperando che qualcuno stia per salvarli. Invece sono rovesciati, fatti a pezzi e trattati come un'altra parte della catena alimentare. Il calore, la corruzione, le menzogne e il doppio gioco, i bar e gli alberghi a ore, cospirano a cullare, intrappolare, accerchiare ed eliminare chi tradisce il sistema.
A Bangkok c'è una vecchia pista che attraversa un folto di casi storici noir raccontati da vecchi narratori thai. Libri e show televisivi hanno creato una mini-industria che ha per protagonista See Ouey, il cannibale sino-thai giustiziato negli anni ‘50 per l'omicidio di una mezza dozzina di bambini piccoli. Il suo cadavere conservato è esibito come una macabra creatura aliena all'interno di una teca trasparente in una sala del Museo Forense. Un'altra celebrità noir è il Jim Thompson dal fato avverso, non lo scrittore noir, ma l’americano (che si dice fosse un agente della Cia) che ha reintrodotto la manifattura della seta in Thailandia e che è misteriosamente scomparso in una passeggiata nella giungla malese. Il suo corpo non è stato mai trovato.
Questa antologia di racconti contemporanei tesse una trama d’intrigo e di mistero dove i vivi e i morti occupano lo stesso spazio. Avvocati e poliziotti corrotti, transessuali, amanti, assassini e fantasmi vi accompagnano in un tour che v’introduce nello spazio dove thai e stranieri lavorano, vivono, giocano e muoiono insieme. Il solo mistero che non è stato svelato dagli scrittori di questa raccolta è perché c’è voluto tanto tempo prima che fosse pubblicato un libro come
Bangkok Noir.

Da: “bangkok noir”a cura di Christopher G. Moore. Pubblicato per gentile concessione della Haven Lake Press.